È consuetudine associare le allergie a repentini cambi di stagione e, specialmente in primavera, il polline delle piante causa sintomi che provocano la cosiddetta ‘febbre da fieno’. Di recente, però, malesseri fisici, irritazioni cutanee, sinusiti e congiuntiviti insorgono anche nei periodi invernali per colpa della poca igiene di luoghi, in cui viviamo e lavoriamo, non sufficientemente salubri.
Micospore e acari della polvere si moltiplicano a causa di umidità e ambienti riscaldati che, oltre a generare muffa, favoriscono attacchi allergici da parte di micro-organismi patogeni nei confronti di bambini e adulti. Soprattutto da novembre ad aprile, come detto poi, l’impollinazione delle piante sortisce effetti collaterali anche gravi, come ad esempio orticaria e disagi respiratori.
La nebbia e la bassa pressione atmosferica, inoltre, contribuiscono all’inquinamento dell’aria che respiriamo provocando persino tracheite e asma. La diagnosi di un’allergia avviene attraverso il prick test cutaneo che individua l’allergene e consiglia il vaccino a cui sottoporsi. Indicato, in questo senso, è il periodo che va dalla fine dell’estate ai primi giorni d’autunno, visto che la copertura effettiva dell’immunizzazione avviene dopo quasi tre mesi dall’inoculazione.
Si auspica, pertanto, di evitare l’abuso di profumi per gli ambienti e utilizzare, invece, prodotti detergenti per garantire pulizia soprattutto a moquette e tappeti, trascorrendo, se possibile, più tempo ’en plein air’.