Le antiche raccomandazioni secondo cui coprirsi allontanerebbe il rischio di raffreddore sembravano mere credenze popolari, infondate preoccupazioni che le nostre mamme o le nostre nonne ci trasmettevano per far sì che restassimo caldi e al sicuro contro la minaccia influenzale.
Eppure, fino a qualche anno fa, non c’erano prove che dimostrassero l’effettivo legame tra l’esposizione al freddo e la possibilità di contrarre il rhinovirus, l’agente patogeno responsabile del comune raffreddore.
La percentuale stagionale di malati cresce sensibilmente durante il periodo invernale ed, erroneamente, questo prima veniva attribuito al fatto che, in inverno, con le basse temperature, tendiamo ad ammassarci in luoghi chiusi, favorendo quindi un più facile e repentino contagio.
Studi dell’Università di Yale hanno, invece, rivalutato le convinzioni di una volta, dando forma a delle teorie ed individuando praticamente la connessione tra il raffreddore e gli sbalzi stagionali.
Oggi, invece, è lapalissiano come i rhinovirus, con il freddo esterno, attacchino le vie respiratorie superiori ed in particolare le mucose del naso dove trovano il clima ideale per moltiplicarsi. In questo caso, la risposta immunitaria del nostro organismo si inceppa in quanto la temperatura dell’ambiente in cui viviamo non riesce neppure lontanamente a sfiorare i 37 gradi corporei che ci conservano sani ed in salute.